DESCRIZIONE: la grotta, nota sin dall'altro secolo, si trova a poca distanza dalla 42 VG e come questa prende il nome dal proprietario del fondo nel quale si apre l'imbocco di modeste proporzioni. Dopo pochi metri, però, le pareti si allontanano rapidamente dando luogo ad un pozzo di larga ampiezza. A poca distanza dal fondo si raggiunge una cengia che porta ad una caverna orizzontale molto ampia, mentre più in basso la cavità si chiude con una china detritica. AGGIORNAMENTO del 1983: la grotta è stata esplorata sia dal CTT che dalla SAG, ma il rilievo di quest'ultima si è dimostrato carente (mancano le gallerie meridionali e il pozzetto interno di 6m), per cui si è ritenuto di aggiornarlo. Un pozzo ampio, profondo 21m e orientato su fratture N-S, finisce su di un cornicione largo poco più di un metro e a Nord prosegue in un cavernone in salita, chiuso in fondo da una frana, pressoché privo di concrezioni. A Sud due prosecuzioni: una a livello del cornicione, in frana e con possibili prosecuzioni, l'altra raggiungibile con una breve arrampicata o con un pendolo, lunga una ventina di metri e riccamente concrezionata. Dal cornicione si può scendere nella caverna finale(o a destra lungo una cengia o utilizzando uno spezzone di corda), lunga in tutto una ventina di metri e larga in media 5m. A metà della stessa, in salita, si apre lo stretto orifizio di un pozzetto cieco. La cavità è stata utilizzata come discarica e il giorno in cui è stato effettuato il rilievo sono stati trovati i resti di alcune automobili, una vespa, tricicli, sedie e rifiuti vari, in quantità tale da non permettere più l'accesso al cunicolo a suo tempo segnalato da Eugenio Boegan.