ACCESSO:
la grotta si apre sul fianco occidentale del Monte Bernadia, all'altezza della Bocca di Crostis. Dista dalla Grotta Doviza (30/70FR) 4500m, con un dislivello di circa 200m.
DESCRIZIONE:
la cavità fu rilevata alla fine del secolo scorso e descritta come una galleria ascendente poco interessante, lunga in tutto 43m.
Alcuni speleologi di Tarcento, nel dicembre 1971, scoprirono una stretta fessura sulla parete Est della caverna terminale e l'allargarono, con un paziente lavoro di scavo che dette la possibilità di oltrepassarla e di scoprire un'interessantissima prosecuzione. Infatti, richiesto l'intervento del G.S."L.B.Bertarelli", le esplorazioni proseguirono in collaborazione.
La parte nuova (dal punto 4 del rilievo) è costituita da una galleria impostata su una frattura, ricca di stalattiti, stalagmiti e crostoni calcitici in evidente disfacimento, il fondo della quale è ricoperto da materiale clastico, cementato a tratti da un velo di concrezione. Le sezioni, dapprima larghe, diventano man mano più strette ed allungate verso l'alto. Dopo una cinquantina di metri le concrezioni scompaiono e sulle pareti appaiono delle fratturazioni ed evidenti segni di dilavamento idrico. Da qui la galleria si fa marcatamente discendente ed iniziano a comparire depositi alluvionali, costituiti da argille e fango, di notevole spessore, tanto da creare difficoltà per superarli (punto 9 ). Dopo un tratto in salita di una decina di metri la galleria continua nuovamente in discesa e a tratti il fondo si fa scivoloso per l'abbondante stillicidio e la presenza di argilla e fango. Il fondo (punto10) in parte è ricoperto da ghiaie e materiale clastico ed in parte è occupato da un laghetto, le cui acque si perdono in una fessura (punto 11).
Tornando indietro è stato osservato che in un tratto (compreso tra il punto 8 e il punto 9 del rilievo) il ricambio d'aria sembrava essere totalmente assente, in quanto si era formata una nebbia talmente densa da rendere quasi invisibile, a pochi metri, la luce delle lampade.