ACCESSO:
La cavità è situata in prossimità dei resti delle casermette del M. Poviz a 1757m slm . Per raggiungere l’ ingresso bisogna seguire la mulattiera del Poviz (Segnavia CAI : 636) fino in prossimità dei ruderi ben visibili lungo il percorso. In prossimità di una curva ad angolo retto della mulattiera, tra i pini mughi, si snoda un sentiero non segnato diretto verso le costruzioni, lungo il quale, circa una cinquantina di metri prima dei ruderi più evidenti, si trova l’ ingresso dell’ abisso: un karren di circa una decina di metri di diametro con un nevaio sul fondo.
DESCRIZIONE:
L’ ingresso della cavità si trova in un karren innevato di circa una decina di metri di diametro. Il nevaio degrada ripidamente verso monte conducendo ad una stretta condotta forzata lunga circa una decina di metri “Condotta dello Judrio assassino “ . Dopo una strettoia il cunicolo si allarga proseguendo per pochi metri prima di intercettare il primo pozzo interno della cavità: è profondo 17 m ed è caratterizzato da un costante stillicidio proveniente da un arrivo esterno. La discesa con vari frazionamenti in pendolo per evitare l’ acqua si conclude in una sala di modeste dimensioni da cui parte un breve meandro che dopo pochi metri si immette nel “Pozzo delle tre Z” profondo circa 25 metri e largo 5. Sul fondo si snoda un meandro in salita di breve lunghezza che si ricollega al p 25 tramite una finestra situata a 10 m dal fondo. Poco prima di ricongiungersi al p25 il meandro, nella sua parte sommitale, intercetta una sinuosa condotta forzata “Condotte del Vecio bastardo”. Il cunicolo finisce con un pozzetto facilmente arrampicabile che si immette in un’altra breve condotta pendente circa 45° che sfocia in un pozzo profondo una cinquantina di metri in comune con una cavità precedentemente esplorata dal G.G.C.D. (FR 2093/936). Dopo averne sceso i primi 15 m si raggiunge un comodo terrazzo da cui si snoda un breve meandro che si ferma davanti all’ imbocco di un pozzo di 14 m, sceso il quale ci si trova in una sala larga 5m lunga 15 m e alta 20m già rilevata dal G.G.C.D. assieme al pozzo e al meandro nella FR 2093/936. La caverna battezzata “Ugo e il suo amico” continua con un’ angusta fessura verticale “la Strettoia del non ritorno” che porta all’ imbocco di uno dei pozzi più suggestivi dell’abisso “Pozzo. Alfonso Marchi”. Questo pozzo, fondo 80 m e largo 5x10m permette una discesa in corda con pochi frazionamenti in pendolo per evitare alcuni scoli. La calata si arresta su una china detritica scoscesa alle cui pendici si apre una piccola caverna (“Il rifugio anti-atomico”) di poca importanza ai fini esplorativi. Sulla sommità del cono detritico si snoda un comodo meandro “ Meandro Rotoloni Regina” lungo 110 m e facilmente percorribile in spaccata nella sua parte più alta. In vari punti del “Meandro Rotoloni Regina” sono stati trovati svariati depositi di guano inoltre durante le prime esplorazioni è stato avvistato un pipistrello alla base del Pozzo Alfonso Marchi; si ipotizza che alcune delle condottine laterali, tuttora inesplorate, che si snodano dal Meandro Rotoloni Regina siano collegate con l’ ambiente esterno.
Il meandro si conclude sprofondando in un pozzo di profondità indefinita perché sono stati esplorati solo i primi 23 m “ Pozzo Errata corraise”. Nei primi metri il pozzo è largo circa 2x3m poi si espande fino ad un massimo di 10*5m. A circa 23 m dall’ imbocco si trova un largo terrazzo che immette nel Pozzo Errata corraise una forte corrente d’aria proveniente da un largo meandro di breve lunghezza che si apre su un pozzo cilindrico con sezione circolare di 10m di raggio profondo 40m dalle pareti dilavate la cui discesa in corda è verticale “ Pozzo π r2h”. La calata si conclude su un terrazzo che collega il pozzo precedente con un’ altro salto di 22m con forme vagamente simili ad una forra. Il P. 22 si immette in una caverna battezzata “Salone Marco G.”. La sala, di altezza indefinibile (più di 30m), larga 3m, lunga 30 m è caratterizzata da pareti bianche dilavate dall’ acqua e alcuni depositi di fanghi neri. In alcuni punti si possono notare alcune rientranze con degli arrivi. La caverna continua con una angusta frattura verticale e rettilinea, lunga circa 133 m con dislivello quasi nullo, sul fondo della quale scorre una cospicua quantità d’ acqua “Meandro B. M”. In questo meandro particolarmente freddo e ventilato la progressione è possibile solo sulla parte sommitale. Dopo circa 120 m la fessura si allarga sprofondando in una breve forra, alimentata dall’ acqua del Meandro B. M., che si ferma all’imbocco di un pozzo di 43 m “Te sparegg’ a famigghia”. Il p 43 si conclude in una sala oblunga, larga 7m e lunga circa 30m, caratterizzata da una ripido cono detritico formato da massi di notevoli dimensioni, in cui si immettono tre arrivi differenti: uno proveniente dal Menadro B. M., mentre gli altri due di origine ignota. All’ estremità inferiore della sala l’acqua si incanala in un meandro che si apre in un pozzo profondo 43 m generando un consistente arrivo che somma le sue acque con quelle provenienti da altre due cascatelle che si tuffano nel pozzo . Alla base della verticale si staccano due diramazioni; la prima è costituita da una galleria parzialmente esplorata, mentre la seconda consiste in un breve meandro sinuoso alto circa tre metri che convoglia quasi tutta l’acqua proveniente dal P 43 nell’ ultimo pozzo della cavità. Prima della discesa si consiglia un breve traverso sopra il pozzo seguendo la parte sommitale del meandro per evitare l’ acqua. Il pozzo prosegue verticalmente collegandosi con il “ P. Magazziniere piangente “ del NET 15 A. Capitan Findus.
LA CAVITA' E' IN ESPLORAZIONE
NEL 2003 LA CAVITA' E' STATA COLLEGATA AL COMPLESSO DEL CAPITAN FINDUS ASSIEME ALLA 2093/936FR ALLA QUALE SI COLLEGA DIRETTAMENTE