ACCESSO:
Si segue il sentiero CAI 637 di Pian delle Lope fino alla vallata sotto il Monte Cergnala, qui si abbandona il sentiero per imboccare la mulattiera bassa che porta al Col Lopic. La cavità si apre sulla sinistra della mulattiera, a 1830m, vicino ad un’evidente faglia. L’ingresso non è di facile individuazione.
Tutta l’area è ricca di fenomeni epigei, quali pozzi a neve, karren e doline, allineate sulle principali fratture presenti.
DESCRIZIONE:
La cavità si apre con un piccolo salto verticale di 6m, alla base del quale una china detritica, instabile e pericolosa, porta sul primo pozzo interno, di 41m, accanto al quale si trova un pozzo parallelo (non disceso).
Sul fondo del P41 parte un ramo, detto Ramo delle Volpi, stretto meandro (disostruito) che termina in frana dopo una decina di metri. In questo ramo sbocca il succitato pozzo parallelo al P41.
Sempre sul P41, una finestra, ad una decina di metri dal fondo, porta nel ramo principale della cavità, che prosegue con un P7 dall’imbocco stretto. Questo pozzo termina in un piccola sala ed è collegato da una parte al Ramo delle Volpi tramite uno stretto by pass non rilevato, oppure, all’estremità Ovest della sala, con un breve scivolo si immette in un P16 completamente fossile, che pone termine alla prima parte verticale della cavità.
A quota 1760 s.l.m. circa, (sotto al P16), in maniera abbastanza anomala per le caratteristiche delle cavità delle zona, si incontra un dedalo di condottine freatiche dalle dimensioni variabili (da 0,5 a 1,5m di diametro) e di stretti meandri originati sulle condotte preesistenti. Tali condotte sono, al momento, in parte attive ed in parte fossili e, dopo una strettoia di pochi metri, portano ad un meandro che, sulla sinistra, termina su di un sifone (sifone di entrata) e sulla destra, invece, continua con piccole condottine fossili (Condotte Pichigne) fino a terminare sopra un secondo sifone. Qui, imboccando un cunicolo in salita, la cavità prosegue con un meandro di ridotte dimensioni che porta, dopo un passaggio basso, ad un P3 che termina sul terzo ed ultimo sifone (sifone d’uscita) da cui fuoriesce il ruscellamento che percorre tutto l’ultimo tratto della cavità. Da qui in poi, il meandro (detto Meandro Mucho Calor), si alza notevolmente e la cavità prosegue in direzione NNW. In testa al meandro vi sono delle condotte percorse da una notevole corrente d’aria, che terminano su una frana impercorribile, il loro andamento è interessante, in quanto si dirigono verso Sud e cioè verso il centro del massiccio.
Seguendo il meandro sul fondo (stretto), si trova un P20 (detto Muy Bien) oltre al quale la cavità si allarga e, assumendo le caratteristiche di una forra, con direzione NW, presenta una serie di salti (P7; P13; P23), per poi restringersi ancora fino ad uno stretto meandro che, dopo una decina di metri, risulta impercorribile e costituisce per ora il fondo della cavità.