La grotta di Dante si trova a due chilometri in direzione Nord-Nord Est della borgata di Tolmino. Un comodo sentiero, bene marcato, che risale la vallata della Tolmina — affluente della sponda sinistra dell' Isonzo — conduce in meno di mezza ora di cammino, direttamente all'ingresso della grotta, che si trova a 252 metri sopra il livello del mare, sulla fronte di un ripido sprone montuoso, a circa 66 metri al disopra delle acque della Tolmina, e precisamente dove in questa confluisce un altro torrente, lo Zadlas. La portata d'ambidue i torrenti, subito dopo la loro confluenza, in periodi normali, s'aggira intorno ai 60,000 m.q. giornalieri. La roccia della vallata, come quella delle soprastanti pendici meridionali del gruppo Kern (Rdeci rob) e della collina allungata a mo' di catena che funge da spartiacque fra la Tolmina e l'Isonzo, è probabilmente cretacea d'età. Ai banchi calcarei s'alternano schisti marnosi lamellari, rossastri (che spingendosi sino alla vetta più alta — m. 1905 — le danno il nome Rdeci rob = cima rossa) e quegli strati calcarei sottili detti di Volciana o Volzana, notevoli per le loro numerose pieghe simmetriche a W, di cui si vedono sezioni naturali bellissime già lungo la carrozzabile S. Lucia-Tolmino. Pochi metri a monte della confluenza, la Tolmina, che scorre profonda fra alte pareti rocciose, verticali, riceve, da polle subalvee, dell' acqua termale sulfurea di una temperatura di 22° Celsio. L'ingresso della grotta, che è alto 2.20 e largo circa 3 m., non si presenta più quale era naturalmente, ma fu ad arte modificato e migliorato: un breve muricciolo, a difesa dei visitatori, verso il ciglio della falda montuosa che precipita nella valle; uno scanno rudimentale per potersi accomodare le vesti e preparare alla visita sotterranea; sgombrato e spianato il materiale detritico che prima ostruiva parzialmente l'ingresso per facilitare l'accessibilità della grotta: questo il modesto ingresso della grotta. — Si compone quest' ultima di una galleria, larga ed alta in media 2 metri, quasi uniforme, per lo più ascendente, e della lunghezza complessiva di 112 metri, che sbocca in una unica sala, quasi circolare, alta non più di 6 metri e del diametro massimo di 28 metri. — I rilievi topografici ci diedero i seguenti risultati. Il primo tratto (punti 1-2), corre in direzione Nord-Nord Ovest per 20,70 metri a guisa di un cunicolo alto circa 2 m. e largo 3 m., a cui segue il secondo (punti 2-3) verso Nord + 15° Ovest, lungo 5 m., di ampiezza pressoché eguale al primo, ambidue però col suolo ascendente, tanto che al loro termine s'è già a 6 metri sopra il piano dell' ingresso esterno. Il cunicolo continua poi prima con breve discesa (punti 3-4) per 10 metri, in direzione Nord + 15° Est a guisa di un cilindro del diametro di 2 metri per proseguire orizzontalmente, inciso nella parte mediana da un solco, scavato di recente nel suolo argilloso per rendere meno angusto il passaggio alle persone; che l'altezza di questo cunicolo è appena di 1,50 metri o poco più, dapprima per 5 metri in direzione Nord-Est + 10° Est (punti 4-5) e poi per 10-20 m. verso Nord + 30° Est (punti 5-6). Da qui, per proseguire, è mestieri arrampicarsi su una viscida calotta calcarea, alta 350 m. (punti 6-7), che va in direzione N. N.E. per una lunghezza di 6 metri, e dove alcuni brevi gradini, escavati nella roccia, facilitano alquanto la breve ascesa. Raggiunta la sommità, il cunicolo, alto da 1 a 2 metri, continua uniforme, di nuovo col suolo pianeggiante : 4'50 m. verso Est-Nord Est (punti 7-8) poi altri 10 metri in direzione Nord + 25° Est (punti 8-9). Qui, a mano manca, si stacca un altro cunicolo, quasi identico al principale nel quale, con molta probabilità ritorna a sboccare poco più innanzi, (nel ramo principale), dopo ulteriori 29 metri di percorso (fra i punti 12-13). Il cunicolo continua ancora a svolgersi nel cuore del monte per 7 metri verso Est + 40° - Nord, (punti 9-10) poi 9 metri verso Nord + 20° Ovest (punti 10-11) e ulteriori 950 m. in direzione Nord + 25" Est (punti 11-12), col suolo ascendente molto pronunciato, ma sempre punto pericoloso, per quanto un po' più ristretto ancora della parte già percorsa. Compiuti infine altri due ultimi tratti, consimili agli accennati, per 7 metri verso Nord + 30° Ovest (punti 12-13) e per altrettanti verso Nord Est (punti 13-14) si sbocca nella grande sala, dove, almeno, il visitatore — oppresso dal lungo e noioso cammino prova un po' di sollievo trovandosi in un ambiente alquanto spazioso. E questa una caverna lunga 28 metri (punti 14-15-16), la cui volta s'abbassa da 6 a 4 metri e poi sprofonda fra grossi blocchi calcari, che dimostrano all'evidenza un forte scoscendimento del terreno, dovuto certo da una frana seguita nell' interno del monte. Il suolo torna qui a discendere e il suo estremo punto, circostanza singolare, sta a 22 metri circa sopra la soglia del suo ingresso, sicché questa grotta è l’unica, almeno fra quelle da noi studiate ed elencate, che abbia una profondità negativa ! L'ipotesi più soddisfacente, per spiegare lo strano fenomeno, è che il punto dal quale presentemente si entra sia stato in origine quello da cui sfociavano le acque che scavarono le saccole interne; queste, se non sono ora del tutto sparite, pel noto lento fenomeno d' abbassamento delle acque sorgive, hanno trovato la loro nuova via sino alla Tolmina fra i giunti e le crepature dei banchi sottostanti: mentre il vero ingresso-inghiottitoio della grotta, seppur praticabile, è da ricercarsi verosimilmente nelle vallecole (doline) e nei circhi nevati degli alti monti dominanti. L'intero sviluppo della grotta misura 140 metri; è, come si è rilevato, resa accessibile al pubblico e la sua visita non richiede più di mezz' ora. Eccetto la grande sala, dove si ammirano alcune concrezioni calcaree, la galleria non presenta niente di speciale. La temperatura dell'aria, nella sua parte più interna risultava, il giorno 2 marzo 1911, di 15'8° C, mentre quella dell'aria esterna era di 12-6° C.
Eugenio Boegan