DESCRIZIONE STORICA: A ridosso di una lieve depressione, circondata da olmi, da querceti e da qualche frassino, si spalancano improvvisamente, quali fauci di orribile mostro che attenda la preda, tre bocche, che ben tosto si uniscono in un pozzo unico, il quale scende per 11 metri. Questo pozzo, il cui fondo detritico è largo 4 metri, si estende da N.-E. verso S.-O. per poco più di una decina di metri. Da esso, per un angusto pertugio, che si fa strada fra i blocchi incastonati nel materiale detritico, si arriva in una piccola cavità di 3 metri di diametro, sulla quale s'innalzano le pareti a guisa di camino per circa 8 metri. Questo pozzo, se non offre alcuna speciale attrattiva, nè per forme cristalline, né per la rilevante profondità — misura appena 20-50 metri di dislivello dall'orifizio al punto più interno, mostra però con evidenza uno dei vari fenomeni carsici superficiali, dove la continua azione meccanica dell' acqua riuscì ad erodere la roccia calcarea col mezzo del materiale terebrante posto in movimento vorticoso dall'acqua stessa. La presenza delle tre bocche di accesso di questo pozzo — due accoppiate e distinte fra loro da esile resto di roccia a forma di colonna, visibile dall' illustrazione qui appresso pubblicata, e la terza a circa 8 metri di distanza — farebbe supporre che l'acqua vi giungesse frazionata, colpendo cosi vari punti corrispondenti ai fori oggi visibili.
ACCESSO: Si trova tra il paese di Santa Croce ed il tracciato dell’autostrada. Si apre sul fondo S di una dolina posta a destra di una strada bianca parallela alla rotabile, che da Santa Croce conduce al paese di Bristie. DESCRIZIONE: la cavità ha due ampi imbocchi stupendamente modellati dall'erosione idrica, che ha lasciato un sottile diaframma di roccia a dividere l'apertura maggiore in due fori rotondi, dai quali la grotta prende il nome. La caverna sottostante ha dato rifugio durante la guerra agli abitanti delle case vicine i quali avevano mascherato gli imbocchi e agevolato la discesa con alcune scale a pioli ed una scalinata che giunge sino a cinque/sei metri dal fondo, raggiungibile anche scendendo l'ampio pozzo d'ingresso. Poco prima del termine della scalinata, si trova uno stretto cunicolo terminante su un pozzo di 9m che sbocca in una cavernetta, la cui frana basale altro non è che la continuazione del cono di detriti della caverna superiore; possibilità di scavo esistono (nei punti 16 e 12 del rilevo) in quanto è percepibile una lieve corrente d'aria. La grotta viene usata quale discarica abusiva e nella sua prima parte è ingombra di rifiuti e ramaglie. NOTA la cavità è stata pulita nel 2005 dalla Federazione Speleologica Triestina nel corso della manifestazione Puliamo il Buio