PRCS 1930
ABISSO GIANNI CESCA Stampa 

Dati generali

Numero catasto REGIONE F.V.G.
1930
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG
4650
Area geografica
CARSO TRIESTINO
Nazione
ITALIA
Provincia
TRIESTE
Comune
Sgonico / Zgonik
Dislivello
143 m
Sviluppo
175 m
Profondità
143 m
Num. ingressi
1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
Artificiale/Naturale
Naturale

Descrizione

ACCESSO 1930/4650VG: l'Abisso Gianni Cesca si apre a fianco del sentiero di campagna che da Gabrovizza porta alla Grotta dell' Alce (89/62VG). Raggiunto un casello della ferrovia e oltrepassate le rotaie del treno si incontra un bivio: proseguendo a destra si raggiunge la Grotta Ercole (31/6VG), mentre a sinistra, seguendo il sentiero che conduce alla borgata di S.Croce, dopo una decina di minuti si raggiunge una dolina, delimitata da un muretto, che si trova piuttosto distante, a destra. Sul pianoro vicino si apre la Grotta dell'Alce. DESCRIZIONE 1930/4650VG: sul fianco del pozzetto iniziale (2m x 1m), si apre un piccolo meandro che dà accesso ad un pozzo di circa 9m; dalla base di tale pozzo un passaggio basso, nel quale sono stati rinvenuti resti umani frammisti ad abbondanti ossa di animali ed a frammenti di ceramiche preistoriche, dà adito ad un altro piccolo meandro che, quasi immediatamente, sprofonda in un pozzo di 34m fiancheggiato da gallerie in parte sfondate. Per giungere su questo pozzo sono stati necessarie sei giornate di scavi e quattro puntellamenti. Seguendo verso Ovest la frana che ingombra il passaggio basso di cui si è detto sopra, si giunge in una camera il cui fondo è costituito da un pozzo, parallelo a quello di 34m, il quale dopo aver attraversato due gallerie, finisce in un'ampia caverna; essa è raggiungibile più comodamente lasciando il pozzo di 34m dopo esser scesi per una ventina di metri. Il P.34 è interrotto, a 6m dal fondo, da un ponte di massi incastrati: da qui verso Est si può, con una breve arrampicata, raggiungere una china detritica che scende da una caverna nella quale i fenomeni clastici si manifestano in modo particolarmente interessante. Verso Ovest si può invece percorrere la parte alta di una galleria sfondata, dalle tipiche morfologie dovute all'azione di un corso d'acqua. Dal fondo del P.34, dopo una brevissima china detritica, si giunge sul fondo della galleria sopra descritta, nel quale si apre l'imbocco del pozzo di 90m. Il luogo è piuttosto pericoloso in quanto soggetto a frane, le quali comunque sono attualmente puntellate. Il pozzo, inizialmente piuttosto stretto, tende ad assumere proporzioni sempre maggiori e, dopo 20m, incominciano a presentarsi varie finestre di diverse dimensioni, comunicanti con pozzi paralleli; quelle del lato Nord si affacciano su un pozzo che immettendosi nel P.90 si esaurisce ad una decina di metri dal fondo di quest'ultimo; le altre finestre comunicano con un sistema di vani, dal comodo accesso, fermandosi su di un ripiano a 32m dal fondo. Da qui un pozzo di 18m porta sul fondo di un grandissimo camino, le cui pareti si innalzano verticali perdendosi nel buio. A pochi passi da questo punto un'altra finestra torna ad immettersi nel pozzo di 90m; affiancato al primo grande camino ve n'è un secondo, di dimensioni simili. Da una camera situata nella parete Est si può scendere un fangosissimo pozzo di 7m; l'argilla e le concrezioni ostruiscono i vani sottostanti dopo pochi metri. Scendendo fino al fondo del P.90, battuto nella sua ultima parte da un intenso stillicidio dovuto al fatto che questo pozzo è situato sotto il fondo di una dolina, si può trovare riparo in una nicchia che si apre nella parete Nord. Da qui scende un cunicolo scavato in parte nell'argilla, il quale si affaccia su di un vano, che è rimasto per ora inesplorato in quanto vi si scaricano i detriti provenienti dal P.90. Sul fondo della nicchia una strettoia dà accesso ad una interessante camera, in cui ogni proseguimento è bloccato da frane e concrezioni. Sul lato Ovest del fondo è situato l'ingresso di un angusto cunicolo, tuttora inesplorato. Salendo infine su una cengia di detriti sul lato Sud del fondo si giunge ad un pozzo di 4m, sul cui fondo, fra i detriti, si apre un pozzo inesplorato di una decina di metri. NOTA: Gianni Cesca fu validissimo uomo di punta nelle più importanti esplorazioni del periodo aureo della speleologia triestina.

NOTA DEL 25-09-2000 l'imbocco del P.90 è franato ed è stato parzialmente disostruito pur rimanendo instabile. (Patrik Trincasa SAS)

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Note

1) IN USCITA ALL'INGRESSO
1) GROTTA FOSSILE
1) ESPLORAZIONE COMPLETA
2) GROTTA AD ANDAMENTO ORIZZONTALE E VERTICALE
2) RILIEVO COMPLETO
3) PARZIALMENTE OSTRUITA DOPO ESSER STATA GIA' RILEVATA
4) CAVITA'FACENTE PARTE DEL PRIMO GRUPPO DI 280 GROTTE RIPOSIZIONATE SU CTR 1:5000 (CONVENZIONE CATASTO-REGIONE 20-11-98) (1999)
5) SEGNALATA ALLA REGIONE PER FUTURA TUTELA
6) PROSECUZIONI CERTE
7) GROTTA DI INTERESSE ARCHEOLOGICO
8) POSIZIONE ESEGUITA CON GPS DIFFERENZIALE

Pozzi

Ramo Nome ramo Profondità (m)
1 - 2
1 - 9.5
1 - 34
1 - 9
1 - 15
1 - 2.5
1 - 90
1 - 18
1 - 7
1 - 4
1 - 5
1 - 10

Rilievi

Bibliografia

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GHERLIZZA F., HALUPCA E., 1988, Spelaeus. Club Alpinistico Triestino ed., Trieste 1988: 1-320

Grotte nelle vicinanze

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