ACCESSO:
partendo dalla stazione a monte della funivia si svolta verso sinistra (Pic Majot), seguendo la pista che porta sul fondo del piano del Prevala. Dopo circa 250m dalla stazione la pista piega verso destra, per scendere sul
piano e qui la si abbandona per seguire delle tracce su manto erboso e tra mughi per arrivare dopo circa 30m di dislivello all'imbocco della grotta.
DESCRIZIONE:
La cavità è stata scoperta casualmente, durante il ritorno da una battuta di zona, grazie alla forte corrente di aria fredda che fuoriesce dall'imbocco. L'esplorazione è impegnativa e pericolosa per la presenza di varie strettoie e meandri al limite dell'agibilità intercalati da brevi pozzi franosi, ad eccezione del P35 e del P65 gli unici, del resto, a dare un po' di pregio alla grotta. In effetti il pericolo di crolli è costante in tutta la cavità ed in certi punti desta meraviglia il fatto che enormi blocchi di crollo incastrati l'uno nell'altro riescano a stare sospesi nel vuoto dei pozzi e dei meandri. La parte più interessante è comunque quella finale; infatti sul fondo della cavità si è trovata la stessa sabbia grigiastra che è presente sul fondo del sovrastante piano del Prevala, ed inoltre il meandro attivo che parte dal fondo innalzandosi in quota, si sviluppa proprio in direzione del piano e ciò conferma il fatto che l'abisso funge, nella parte più bassa, da collettore (in tutto o in parte) delle acque che defluiscono sul fondo della conca del Prevala. Non è da escludere un collegamento con la sottostante sorgente Bareit situata a circa 150m più sotto, ma ciò potrà essere confermato solo da un futuro lavoro di colorazione delle acque.