PRCS 8141
Grotta di Obrovo Stampa 

Dati generali

Numero catasto 3 - SLOVENIA
935
Numero catasto 1- CATASTO STORICO VG
117
Area geografica
CARSO SLOVENO
Nazione
SLOVENIA
Comune
Sezana
Località
Gradišče
Dislivello
21 m
Sviluppo spaziale
244 m
Profondità
21 m
Num. ingressi
1
Pozzo di accesso
Pozzi interni
Artificiale/Naturale
Naturale

Altri nomi

Grotta in Selva presso Gradisce
Jama v Jezerini
Jezerina
Pečina v Borštu

Descrizione

Dall'orifizio della grotta, di forma elittica, cogli assi di m. 7 X 4, si arriva dopo pochi passi, senza bisogno di alcun attrezzo, sopra un cumulo di detriti misti a terriccio, fra i quali sboccia qualche pianticella amante dell'umidità e della penombra. Accesa la lampada, si visita un braccio che corre 30 m. verso SSO, di scarso interesse, eccettuato, al suo principio, un camino comunicante con l'esterno mediante un foro eli quasi mezzo metro di larghezza. Si prende la direzione opposta NNE . e ben presto si trova una caverna, lunga 28 m., larga in media 7 m. ed alta 5, della quale con difficoltà si distinguono i contorni, causa il contrasto repentino tra la luce del giorno e la tenebrìa dell'interno, a mala pena diradata dal chiarore della lampada. Dopo 15 m., il suolo è coperto letteralmente di terriccio nero, ciò che farebbe supporre essere stata la caverna ricovero dell'uomo primitivo e forse non riuscirebbe infruttuoso uno scavo per la ricerca di oggetti preistorici. Si scorge una candida e solitaria colonna, alta quasi 6 m. (punto 2). La scarsa luce dell'ingresso scompare del tutto, e ci si trova in un'altra spaziosa caverna quasi pianeggiante per 27 m. (punto 3), che poi piega per altri 28 m. (punti 4-5). La volta di tale caverna, larga C. 12 m., si mantiene quasi sempre all'altezza di 6. Per proseguire fa d'uopo strisciare carponi sotto la volta che repentinamente s'abbassa (punto 5), e si entra così in un breve corridoio accidentato, nel quale dopo pochi passi si apre un piccolo pozzo di poco più di 2 m. di profondità. Dopo ciò si sale fra i massi, aiutandosi con le mani, e, lasciando a destra una camera veramente bella, si entra in una cavità ricca di stalattiti, della lunghezza di quasi 30 m. (punti 7-8). Nel mezzo s'aderge una calotta, sopra la quale stanno disseminate in piacevole disordine svelte ed eleganti colonne e numerose stalammiti. Segue a questa caverna, nella stessa direzione, un corridoio lungo poco più di 10 m. (punti 8-9), largo quasi 2 m. ed alto in media 3, il quale ha di caratteristico una originale incrostazione stalattitica, che coprendo la parete destra la fa apparire ondulata, assomigliante a tante canne d'organo parallele che brillano come se fossero tempestate di diamanti. A questo corridoio segue dapprima una cameretta dalle pareti irregolari, provveduta di belle formazioni stalattitiche, e poi si entra in una bizzarra ma bella e spaziosa sala, che misura in lunghezza 44 m., in altezza 8 m., mentre la larghezza varia a seconda delle più o meno vaste nicchie che spesse apronsi nei suoi fianchi (punti 10-11). Al principio, al lato sinistro, si trova un grosso strato eli argilla molto plastica, che ricopre in parte anche le pareti vicine; più innanzi, sul suolo che s'innalza con leggero declivio, stanno sparpagliate delle stalammiti. Qui scorgonsi numerose vaschette dagli orli bizzarramente frastagliati, ripiene di limpida acqua, che ricordano quelle delle Grotte di San
Canziano. A questa, infine, fa seguito una ultima caverna di 12 m. di lunghezza, pure con belle incrostazioni, alla fine dalla quale una stretta fessura non permette di proseguire. Come vedesi, questa è una grotta orizzontale, priva di pozzi profondi, e si può ammettere quasi: con certezza che essa fosse un tempo il letto di un fiume sotterraneo. È probabile che in tempi remoti il letto del ruscello Krog sia stato ad un livello più alto dell'attuale, e che il corso delle acque siasi gradatamente abbassato per l'erosione e l'asporto del terreno arenaceo-marnoso in cui esso scorre. Essendo la roccia calcare meno erodibile dell'arenaria, nel processo dei tempi il punto di sparizione del torrente andò spostandosi al basso, in fessure del calcare messe a nudo dall'erosione del mantello marnoso o argilloso che un tempo le ricopriva.

L'esame della grotta fa supporre che le acque correnti entrassero dalla parte della fessura terminale (presso il punto 13), Questa ipotesi è appoggiata dall'esame della direzione del corso attuale del ruscello, dalla presenza di argilla nell'interno, dalle vaschette simili a quelle di San Canziano, dalla pendenza infine di tutta questa parte di grotta fino al pozzetto centrale, che poteva benissimo fungere da scaricatore, Difatti la fessura terminale è solo 6 m. più bassa dell'imboccatura, e il pozzetto trovasi nel punto della massima depressione totale, 21 metri sotto l'orifizio.

Descrizione storica: descrizione_117

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Note

1) TTN-5

Pozzi

Ramo Nome ramo Profondità (m)
ramo 1 2

Rilievi

Bibliografia

1898, Alpi Giulie, IlI, N. I, pag. 7
Parigi, 1897, Spelunca, Bulletin de la Soc. de Spéléologie
Trieste, XIV, 1909 , Tourista

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