ACCESSO: la grotta è ostruita e introvabile, ma Andrea Perko riferisce, in una sua relazione, che la cavità si trovava circa ad un chilometro dalla 90VG (Grotta Noè) e che tra questa e la Grotta Nera si apriva la Caverna Moser. Sulla base di queste indicazioni sono state ricavate le coordinate della posizione topografica, che è pertanto puramente teorica. DESCRIZIONE: la scoperta delle sepolture nella Grotta Moser (1096VG) spinse Andrea Perko ad intensificare le ricerche in quella zona onde accertare la presenza di altre cavità di interesse preistorico. Nel corso di tali ricerche, nel 1892, egli rinvenne l'ingresso di questa estesa cavità, che si sviluppa con una lunga galleria ricca di formazioni calcitiche cristalline e di bacini d'acqua; la grotta si chiude con un corridoio ascendente che si riduce, dopo breve percorso, ad un cunicolo impraticabile, dal quale, al tempo delle esplorazioni, usciva una forte corrente d'aria. L'imbocco era situato sul lato Ovest di una piccola dolina ed aveva la forma di una ferro da stiro, con una lunghezza di 1.7m.
Descrizione del 1904
Presso la trattoria Nemet a Nabresina a destra dalla strada maestra, c'è un viottolo che mena a Samatorza, passando nei pressi della villa Sterle. A 250 m. a N. dal passaggio sopra la ferrovia, dietro il casello del guardiano, si trova la grandiosa entrata della grotta «Noè». La via sino a questa vera meraviglia del Carso è stata marcata da noi nell'anno 1895. Presso a poco alla distanza di 1 chm. dalla grotta Noè in una «dolina», situata precisamente nel mezzo del bosco di quercie, che si estende da Salles a Praprot, trovasi a 270 m. sopra il livello del mare l' entrata di questa grotta. Quantunque l'avessi visitata già nel dicembre del 1892 non potei ritrovarne subito l'entrata, che misura 1.70 m. in lunghezza e 0.80 di larghezza. Tra questa caverna e quella «Noè» trovasi la »Moserova jama» la quale, nascosta nel fitto del bosco, racchiude innumerevoli avanzi preistorici. Io ebbi la fortuna di scoprire in questa caverna i primi tumuli ipogei, che vennero mandati dal Prof. Dr. L. C. Moser all'i. e r. Museo di Corte a Vienna. Incoraggiato da queste scoperte intrapresi delle escursioni nel circondario, per trovare altre località con oggetti preistorici e fu appunto in una di queste escursioni che scopersi l' entrata della Caverna n.163. Con una corda lunga 10 m. si può facilmente discendere lungo le pareti del primo tratto della caverna, che ha presso a poco la forma d' un pozzo inclinato. Si arriva sopra un piccolo ammasso di pietre e da là si discende per una china lunga 37 m., la quale conduce in una sala abbastanza spaziosa e ricca di bellissime concrezioni calcaree. Il tratto che conduce dal pozzo iniziale a questa sala è un corridoio alto nel mezzo 5 m. e largo 2.50 m. mentre alla fine non ha che 1.80 m. di altezza. Questo corridoio corrisponde ad una fessura diaclassica; il terreno del medesimo è ricoperto da un grosso strato di humus nero che viene trasportato colà, attraverso l'entrata, dal bosco soprastante. La sala alla quale si accede, passando sopra una china incrostata di calcare, è lunga 45 m. e si suddivide in 3 scompartimenti, il primo dei quali ha le dimensioni di 13:11 m., il secondo 9:12.50 ed il terzo 9.50:5. Bellissime, grandi stalammiti con riflessi bianchi s'ergono ovunque; nel mezzo di due gruppi di stalammiti trovasi un bacino contenente dell'acqua limpida e fresca (12°C). Qui rinvenni alcuni esemplari della Bathyssia Khevenhulleri Miller.). Varie specie di Bathyssia trovansi in molte spelonche dell' Europa meridionale; nel nostro Carso rinviensi solamente la B.
Khevenhulleri e precisamente nella caverna del Campo rosso, e nella «Grotta Noè» presso Nabresina, nella grotta delle Torri presso Slivno, nella grotta degli Orsi presso Gabrovizza, nella grotta di Corniale, nella caverna Martinska presso Markovsina ed in parecchie altre. Sino al bacino d'acqua la grotta segue la direzione N.S. e piega poi verso S.O. Essa termina con un corridoio lungo 10 m. e largo 2 m. rivolto obliquamente all'insù attraverso il quale penetra nella caverna una forte corrente d'aria. Ciò e' induce ad ammettere l'esistenza d'una comunicazione diretta della caverna coll'esterno in forma di qualche fessura nascosta fra le roccie. Al 28 agosto 1904 il termometro segnava ali' entrata verso il mezzodì 28° C, al disotto dell' entrata 18° nella prima parte 16° nella grande sala 15°, al punto esterno vicino alla fessura vi era una temperatura di soli 12° C, abbassamento di temperatura questo che veniva causato certamente dalla corrente d' aria. La lunghezza totale della caverna misura 92 m., la profondità 27 m.
1) GROTTA FOSSILE |
1) INTROVABILE |
2) OSTRUITA |
2) GROTTA AD ANDAMENTO SUBORIZZONTALE |
3) PROSECUZIONI INACCESSIBILI |
WOLF B., 1934/7, Animalium Cavernorum Catalogus. Gravenhage 1934-1938, Verlag fur Naturwissenschaften, 1: 1-108, 2: 1-616, 3: 1-918 |
GARIBOLDI I., 1926, Catalogo delle cavita' carsiche della Venezia Giul ia. Istituto Geografico Militare, Firenze 1926: |
BOEGAN E., 1930, Catasto delle Grotte Italiane. Fascicolo I: Grotte della Venezia Giulia. Istituto It. di Speleologia ed., Trieste 1930: 1-129 |
BERTARELLI L.V., BOEGAN E., 1926, Duemila Grotte. Ed. T.C.I., Milano 1926: 1-494; rist. anast. Fachin ed., Trieste 1986 |
A. L. [Alfredo Lazzarini], 1905, Giuseppe Müller.- Nuovi coleotteri cavernicoli del Litorale. G. A. Perko.- Speleologia Mondo Sotterraneo, 3 (3-4): 76-77, Udine nov. 1906 - feb. 1907 |
Club Touristi Triestini - anno 1904, Il Tourista |
MAUCCI W., 1959, Lo stato attuale del catasto speleologico della Ve nezia Giulia (Grotte del Carso triestino). Rassegna Speleologica It., 11 (4): 190-219 e Boll. della Soc. Adr. di Sc. Nat., 51: 149-186 |
PERKO G.A., 1904, Speleologia. Tourista, 11 (1/4): 43-85 |